I complessi processi evolutivi della Storia dell’architettura si attuano attraverso intrecci che si contrappongono agli schemi lineari dell’Accademia, che nel tentativo di organizzare la Storia in capitoli, scioglie la complessità del reale, separa ed elide culture, movimenti e maestri refrattari ad una facile identificazione e suggerisce che le culture siano enti separati e opposti.
La conferenza di Andrea Mantovano getta uno sguardo in un interstizio della storia dell’architettura pugliese, mettendo in evidenza un aspetto curioso di un incontro con l’architettura del Medio Oriente attraverso lo stile degli arabeschi. Che fossero immagini importate al seguito dei numerosi contatti commerciali o scaturite dal sogno e dal desiderio per luoghi lontani da parte di una ricca borghesia pugliese, le ville del Salento sono un curioso caso di ibridazione da incontro tra culture.
L’ibridazione è un fenomeno ricco e prolifico per lo sviluppo dell’architettura e percorre strade diverse e complesse nello spazio e nel tempo. Nel primo caso avvengono con un processo sincronico nel contatto tra una cultura e l’altra, previa disponibilità alla metabolizzazione e re-interpretazione. Sono evidenti contaminazioni lo stile degli arabeschi, le trasformazioni e adattamenti funzionali di edifici nel passaggio da un culto religioso ad un altro: moschee che diventano chiese e viceversa, le opere prodotte dal rapporto coloniale tra architettura della potenza dominante e le tradizioni dei soggetti, ma anche i più recenti innesti della Pop Art nell’arte accademica . Il secondo caso è ben rappresentato dai tentativi del Movimento Moderno in architettura di appropriarsi degli stilemi di culture molto lontane nel tempo per lanciare un messaggio di novità o banalmente una moda.
La conferenza di Andrea Mantovano è parte di una serie annuale che vuole accompagnare il pubblico ad una partecipazione attiva e condivisa del Convegno Internazionale sulla Contaminazione dell’architettura, promosso dalla Bibliotheca Orientalis, che si terrà nel Polo Museale di Trani nell’autunno 2020.